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Il respiro che batte l'ansia

La respirazione addominale o diaframmatica è una delle più praticate tecniche di rilassamento. Non sempre però è facile modificare il proprio respiro e portarlo nella pancia. 

A volte poi l'effetto di rilassamento ha una breve durata poi ritorna l'equilibrio di partenza e si possono ripresentare tensione e ansia.

L'Analisi Bioenergetica permette di lavorare sulle tensioni muscolari e psicologiche che limitano il nostro respiro e generano la nostra ansia, riportandoci ad un nuovo equilibro di maggior rilassamento e di respiro spontaneamente  più libero e fluido non solo durante la pratica, ma nella nostra vita quotidiana.

Com'è il tuo respiro?

Normalmente non facciamo caso al nostro respiro: è una funzione automatica che non richiede la nostra attenzione. O magari ci accorgiamo del respiro solo quando lo sentiamo particolarmente affannoso, come dopo un intensa attività fisica o come durante una crisi di ansia.

Se ci fermiamo ad osservarlo, spesso scopriamo che senza saperlo, non respiriamo in modo fluido. Possiamo sentire il passaggio del respiro bloccarsi in alcuni punti (la gola, o il petto, o la zona diaframmatica tra il petto e la pancia, per esempio...) e possiamo scoprire tensioni muscolari lungo il canale del respiro, che magari non sapevamo di avere.
Questi blocchi e la queste tensioni sono la mappa corporea della nostra storia emotiva, dei nostri adattamenti all'ambiente, delle nostre difese, dei respiri/ vissuti che  abbiamo dovuto trattenere e che abbiamo imparato a inibire, a non lasciar andare, e dell'aria/ vissuti che abbiamo cercato di non far entrare da cui abbiamo cercato di proteggerci.

Il respiro dell'ansia

Il respiro è regolato dal nostro sistema nervoso autonomo. Quando siamo di fronte ad un pericolo  si attiva  il ramo simpatico del nostro sistema nervoso. Il respiro diventa più rapido e superficiale, il battito del cuore aumenta il suo ritmo per pompare più sangue più rapidamente: il nostro organismo è pronto per reagire alla minaccia con una reazione di attacco o di fuga.

Superata la prova e ritrovata la sicurezza, si attiva il ramo parasimpatico del sistema nervoso che riporta l'organismo in uno stato di calma, possiamo rilassarci, riposare, socializzare con gli altri... il battito del cuore rallenta, il respiro può tornare profondo e raggiungere la pancia, può tornare respiro addominale.

Qualche volta però  l'allarme non cessa, il sistema simpatico rimane attivo e l'organismo in una tensione che non riesce a scaricare. Questo è quello che succede quando soffriamo di ansia. Forse perché il pericolo è invisibile, e spesso non è fuori, ma dentro di noi e non si può ne scappare nè attaccarlo.

Il pericolo sono le emozioni che ci fanno soffrire,  i ricordi che non riusciamo a digerire o anche memorie corporee antiche, sensazioni che hanno lasciato nel nostro corpo la loro impronta.

Cerchiamo di allontanarli, di metterli nel "dimenticatoio": un angolo buio della nostra coscienza, un luogo profondo nel nostro corpo... forse proprio nella profondità del nostro ventre, tra le viscere e il bacino.... La parte bassa del corpo legata alle funzioni corporali, alla materialità della sopravvivenza e alle pulsioni primitive,  che a volte facciamo fatica a integrare con la parte più solare dal diaframma in su... con la nobiltà dei nostri sentimenti, o con l'immagine adeguata del nostro volto. 

A volte lo scrigno è il ventre e il diaframma la serratura; altre volte lo scrigno è lo sterno e la cassa toracica, la serratura i muscoli intercostali... i nostri sentimenti, la nostra delicatezza, la nostra vulnerabilità racchiusi e nascosti... a noi rimane la sensazione di un peso sul petto... o anche ancora dell' "angustia"... quando ci sembra che  il cuore si stringa... o sia pronto a scoppiare.

Il respiro è costretto dalle nostre stesse tensioni muscolari e dall'attivazione del sistema nervoso simpatico.

Se osserviamo il nostro modo di respirare possiamo forse scoprire che la nostra respirazione spontanea non è addominale, ma toracica. Il respiro si ferma nel petto e anziché espandersi verso la pancia, cerca spazio verso l'alto e e nostre spalle si sollevano nell'inspirazione: "La respirazione costale è usata di solito come supplemento alla respirazione addominale in situazioni di stress o di emergenza, quando è necessaria una maggiore quantità di ossigeno. Usata da sola, non fornisce un volume d'aria notevole. Consente il minimo di inspirazione d'aria col massimo sforzo... chi fa uso regolare della respirazione costale fa assegnamento su un metodo di respirazione di emergenza  per rispondere ai suoi bisogni normali. Lo stesso fenomeno  è stato osservato nell'uso della volontà nelle situazioni quotidiane in contrasto con la motivazione normale del piacere..." A. Lowen, 1967. 

Altre volte l'onda del respiro si inverte, la nostra respirazione è "paradossale": l'inspirazione gonfia il petto e contrae e risucchia il ventre; per capire il significato di questa respirazione, possiamo ricordarci della postura e del respiro di quando prendiamo uno spavento improvviso:  "Quando si ha paura si respira verso l'alto sollevando petto e spalle e tirando dentro il ventre. Se il petto e le spalle continuano a rimanere sollevati, l'addome contratto, significa che la paura non è risolta anche se il sentimento di timore è stato rimosso e si trova al di là della coscienza..." A. Lowen, 1967.

Tecniche di respirazione e di rilassamento

C'è una buona notizia: inducendoci attivamente uno stato di rilassamento muscolare e modificando la nostra respirazione, possiamo modificare il funzionamento del nostro sistema nervoso autonomo.

Praticando la respirazione addominale e restaurando volontariamente l'onda del respiro dalla pancia al petto, attiviamo il sistema nervoso parasimpatico che predispone il nostro organismo alla calma, al rilassamento e anche ad un maggior senso di sicurezza e di contatto positivo con noi stessi e con gli altri.

La respirazione addominale può essere molto utile per rilassarci e per sciogliere stati di ansia e di tensione prima che raggiungano l'apice di una crisi o di un attacco di panico. 

Può aiutarci ad affrontare meglio una nuova giornata quando ci svegliamo col peso dell'ansia e anche a rilassarci e a predisporci a dormire meglio quando l'ansia ci predispone all'insonnia.

Più pratichiamo la respirazione addominale, più l'organismo si abitua a questa modalità e aiutiamo il nostro sistema nervoso autonomo a  mantenersi in equilibrio, a oscillare in modo funzionale tra attivazione simpatica e rilassamento attraverso il parasimpatico. In qualche modo re insegniamo al nostro organismo a regolare il proprio stato di attivazione e al respiro a riscoprire la sua onda originaria.

Il ruolo dell'Analisi Bioenergetica

A volte almeno inizialmente abbiamo bisogno di aiuto per entrare nella respirazione addominale: per esempio perché le tensioni del diaframma ci ostacolano, il respiro non trova la strada e l'organismo non 'capisce' come approfondire il respiro. Può capitare anche che inizialmente il tentativo di approfondire il respiro al contrario ci faccia sentire soffocare ... la gola si chiude,  Lowen dice che ci si sente annegare nella lacrime che non abbiamo versato...

Proprio questo è il punto principale della psicoterapia bioenergetica: prenderci cura delle emozioni racchiuse nelle nostre tensioni muscolari e nella nostra respirazione limitata.

Quando il respiro si approfondisce e le tensioni muscolari si sciolgono, possono riemergere  quelle emozioni, quei vissuti, quelle memorie, che abbiamo per proteggerci allontanato dalla nostra coscienza e sepolto nel corpo. Sono spesso vissuti dolorosi o difficili. Può essere che siamo sopravvissuti a dei traumi. Oppure che abbiamo vissuto perdite dolorose o separazioni difficili. Oppure siamo cresciuti in un ambiente non sicuro, non abbastanza nutriente sul piano affettivo. Oppure ancora semplicemente, ci è mancata una corretta educazione su come poter stare con quelle emozioni considerate culturalmente negative, come la tristezza e la rabbia.

L'analisi bioenergetica, a partire dal corpo, ci aiuta a riappropriarci dei nostri vissuti e a canalizzarli per il meglio, ci aiuta a trovare oggi soluzioni buone per noi, nuove strade per rispondere ai nostri reali bisogni e per relazionarci meglio con gli altri della nostra vita.

Il terapeuta è una guida competente che accompagna a sentire e a dare un' espressione nello spazio protetto dello studio a ciò che si prova, aiutandoci con la voce o lasciando andare il pianto o i movimenti del corpo che abbiamo a lungo trattenuto. Grazie ad una piena espressione, protetta, saremo poi in grado di lasciare andare quello che non ci appartiene più e di far tesoro dei sentimenti ancora oggi importanti per noi.

La terapia ci permette di andare insieme alle origini dell'ansia, sciogliere i nodi che influenzano il funzionamento del nostro organismo e riacquistare spontaneamente e con nuova consapevolezza  il nostro respiro originario. 

 

Se vuoi chiedermi informazioni o per una consulenza personale:

Il respiro originario

Proviamo ad osservare un neonato che dorme tranquillo... il respiro attraversa il petto,  si  espande alla pancia sollevandola nell'inspirazione e poi  solleva un po' il petto, quando espira e l'aria esce il petto e la pancia si riabbassano e riposano, il respiro percorre tutto il suo corpo... proprio come un'onda.

 

In questi brevi video vi accompagno nello sperimentare insieme la respirazione addominale come tecnica di rilassamento e di contatto con se stessi

Buongiorno: respirazione diaframmatica e grounding

Buonanotte: rilassarsi con la respirazione addominale

Bibliografia

Alexander Lowen, Il Tradimento del Corpo, 1967.

Deb Dana, La teoria polivagale nella terapia, 2018.

Per approfondimenti:

Che cos'è l'Analisi Bioenergetica? 

Ansia e terapia dell'ansia

Il Carattere

Classe di Movimento Bioenergetico o Training di Rilassamento ed Energia